Artista del Grottesco
Io non dipingo: estraggo il corpo dal quadro.
Non mi accontento della tela piatta, voglio che l’immagine sporga, che si avvicini, che faccia inciampare lo sguardo.
Le mie opere sono quadri 3D, ma soprattutto sono scherzi pesanti alla Storia dell’Arte.
Prendo sia i grandi classici che non, e li smonto.
Li ricostruisco a modo mio, li gonfio, li deformo, li porto nel regno del grottesco.
Non è mancanza di rispetto: è un atto d’amore sbilenco, un tributo che diventa caricatura.
Perché solo ridendo dei maestri possiamo avvicinarci al loro fuoco senza bruciarci.
Il grottesco è la mia arma.
Dove altri cercano armonia, io semino distorsione.
Dove altri cercano bellezza, io alleno il sorriso sghembo, quello che nasce davanti a un volto troppo allungato, a un corpo che non regge la sua stessa serietà.
Il grottesco è verità spinta all’eccesso: quando la realtà diventa troppo lucida, io la storco.
Le mie sculture sono pittura che prende vita, è la mano che esce dal quadro per stringere la tua, o per farti uno sberleffo.
Non inseguo la perfezione, ma l’impatto.
Voglio che le mie opere ti facciano ridere e inquietare allo stesso tempo.
Se ti senti a disagio e divertito, allora sei nel posto giusto.
Io creo un’arte nuova, perché non voglio che la tecnologia serva solo alla replica sterile.
La stampa 3D, nelle mie mani, non è industria ma ironia.
Non è produzione in serie, ma deformazione in serie.
Il futuro che immagino è fatto di classici rivoltati, di icone piegate, di capolavori riscritti con un ghigno.
Questo è il mio manifesto:
ridere dell’arte con l’arte,
creare opere che non stanno al loro posto,
trovare il sublime nel ridicolo.