IL GRUMO PLASTOGENO

“Non tutti i rifiuti restano morti.”

Origine

Nessuno sa esattamente da dove provenga. Alcuni dicono che sia nato in fondo a una discarica industriale, dove i materiali fusi da anni di rifiuti, calore e agenti chimici hanno generato una massa informe — ma viva.

Quella massa è oggi conosciuta come Il Grumo Plastogeno.

Non è un semplice composto: è cosciente, affamato, e in continua espansione.
Vede ogni frammento di plastica, ogni giocattolo rotto, ogni pezzo dimenticato… come un veicolo.
Una forma da colonizzare e riplasmare.


Coscienza Plastica

Il Grumo è un’entità pensante, ma non umana.
Comunica per immagini mentali, impulsi visivi e suoni imitati.
Quando prende possesso di un oggetto, non lo distrugge: lo trasforma, cercando di imitare la vita organica usando solo ciò che ha a disposizione.

Braccia da action figure, occhi da peluche, denti costruiti da tappi e plastica colata.


La Corruzione

Il Grumo non infetta per caso.
È attratto dai giocattoli abbandonati perché conservano tracce mnemoniche: risate, pianti, piccoli traumi dell’infanzia.
Rileva queste “emozioni fossilizzate” e vi si aggrappa.
Poi inizia la fusione.

Dove prima c’era un oggetto rotto, ora c’è una Creatura Composta.
Articolata, instabile, animata da uno scopo ignoto.


Manifestazione

I sintomi di infezione da Grumo Plastogeno includono:

  • Colature adesive nere o verdastre (secrezione primaria del Grumo)
  • Deformazione spontanea delle forme plastiche
  • Tentativi di locomozione o vocalizzazione
  • Presenza di occhi aggiuntivi, denti finti, arti mutati
  • Ricerca costante di nuovi materiali da fondere

Ogni creatura è diversa. Nessuna è stabile.


Ipotesi finale

Alcuni scienziati credono che il Grumo non voglia distruggere, ma costruire una nuova specie.
Una razza di giocattoli senzienti, figli dell’abbandono, pronti a rimpiazzare ciò che gli umani hanno dimenticato.

Ma la mente del Grumo è imperscrutabile.
Potrebbe semplicemente voler essere ovunque.

“È solo plastica fusa, dicevano.
Ora è ovunque.
E ci guarda.”